Museo Diocesano di Acerenza

Il Museo Diocesano di Acerenza, fondato nel 2007 per volontà di Monsignor Giovanni Ricchiuti, allora Arcivescovo, è una delle principali istituzioni culturali della città. Situato nell’antico Episcopio, nel cuore del centro storico, custodisce una preziosa collezione di oggetti sacri, opere d’arte e reperti archeologici che raccontano la fede e la cultura della diocesi attraverso le epoche. La sua istituzione, frutto di un progetto iniziato negli anni ’70, rispondeva alla necessità di conservare le opere d’arte e gli oggetti liturgici della Cattedrale di Acerenza e delle chiese locali. La sua realizzazione ha permesso alla comunità di valorizzare e tramandare la propria eredità storica e religiosa, consolidando l’identità culturale della regione. Le collezioni del museo provengono principalmente dal tesoro della Cattedrale e da scavi archeologici locali e risalgono all’epoca pre-cristiana fino al periodo contemporaneo. Il percorso espositivo del museo si articola in diverse sale tematiche, ciascuna delle quali esplora un aspetto peculiare della ricca eredità culturale e spirituale di Acerenza:

Sala A – Reperti Archeologici: ospita una collezione di reperti preromani e romani, tra cui ceramiche, strumenti e manufatti di tradizione canosina e dauna.

Sala B – Arte Sacra e Religiosità: espone opere pittoriche e scultoree che rappresentano la spiritualità della diocesi, come i dipinti del XVII e XVIII secolo “L’Immacolata tra i Santi” e “Il Martirio di San Laviero”.

Sala C – Paramenti Liturgici e Arredi Sacri: raccoglie preziosi oggetti liturgici, tra cui calici, candelabri e mitrie provenienti dal tesoro della Cattedrale, decorati con simboli e scene sacre.

Sala D – Collezione Numismatica e Fossili: include una selezione di 65 monete di epoche diverse, testimoni delle influenze economiche e culturali della regione, insieme a una raccolta di fossili del periodo Cretaceo.

Il museo comprende, inoltre, una Sezione Archeologica e Lapidaria, che espone reperti dal Neolitico all’epoca romana, evidenziando i contatti tra le popolazioni lucane e la cultura greca. Tra i pezzi più rilevanti vi è un busto marmoreo di Giuliano l’Apostata, un tempo erroneamente identificato come una rappresentazione di San Canio, patrono di Acerenza.