Lungo la strada che sale verso il centro antico di Acerenza, accanto all’antico seminario diocesano, oggi palazzo vescovile e museo diocesano, si erge la Chiesa di San Vincenzo Ferrer, piccola cappella gentilizia edificata nel XVII secolo dalla famiglia Gala. Dedicata a San Vincenzo Ferrer, predicatore domenicano canonizzato nel 1455 e originario del Regno di Valencia, la chiesa si distingue per il suo stile architettonico sobrio e classicheggiante. La facciata, realizzata in pietra faccia vista, presenta un design semplice e lineare, con un rosone centrale e due colonne che incorniciano il portale d’ingresso, dotato di architrave aggettante e oculo circolare sovrastante. A lato del portale, si innalzano colonne che sorreggono un cornicione modanato, sormontato da una cimasa con apertura ogivale che ospita una piccola campana. Una scalinata conduce al portale, incorniciato da paraste che sostengono una trabeazione tripartita.
Internamente, la Chiesa di San Vincenzo presenta una pianta rettangolare, coperta da due volte a crociera decorate da stucchi e pitture in verde pastello, conferendo all’ambiente un’atmosfera di serenità e raccoglimento. L’altare maggiore è in marmo viola con stucchi bianchi e presenta una mensa decorata con un paliotto raffigurante uno stemma e una doppia coppia di volute. Il secondo gradino è delimitato da volute sormontate da teste d’angelo.
La pavimentazione è in cotto, disposta in modo diagonale, con un’area rialzata per l’altare. Sul fondo, l’altare ospita una nicchia che accoglie la statua di San Vincenzo Ferrer.
Nel corso dei secoli, la cappella è diventata luogo di sepoltura dei membri della famiglia Gala, come attestano le lapidi presenti all’interno. A destra dell’ingresso è collocato un sarcofago con epigrafe, contenente le spoglie di una giovane donna e sua figlia, testimonianza del legame della famiglia con questo luogo sacro.
Nel 2005, a seguito di un lascito dell’ultimo discendente, Monsignor Michele Gala, il complesso è passato alla curia arcivescovile di Acerenza ed è stato integrato nel Centro di riabilitazione Don Michele Gala, istituito dalla Fondazione Don Gnocchi. Negli anni 2000, la chiesa è stata oggetto di un attento restauro interno, che ha incluso l’adeguamento dell’impianto elettrico e il risanamento degli stucchi.