La Chiesa di San Michele Arcangelo, situata ad Acerenza in località San Michele, rappresenta un esempio significativo di architettura rupestre legata al culto micaelico medievale. Originariamente attribuita ai Longobardi, è attestata per la prima volta nel XIII secolo, con successive trasformazioni. Interamente scavata nella roccia, testimonia una fusione tra antichi culti pagani e cristianesimo.
All’interno si trova una statua lignea di San Michele Arcangelo, opera dell’artigiano locale Angelo Maria Marmo, accanto a un altare moderno. Le pareti mostrano tracce di tinteggiature sovrapposte e rilievi in stucco, con dipinti di santi benedicenti sulle pareti sud ed est. All’esterno, una vasca circolare scavata nella roccia, forse usata come fonte battesimale, richiama l’uso rituale dell’acqua nei santuari micaelici. Il culto in grotta ad Acerenza fu probabilmente introdotto dai Longobardi, che avevano scelto San Michele come protettore nazionale. Grimoaldo I, Duca di Benevento, difese nel 650 d.C. il santuario garganico contro i Bizantini.
I Longobardi rappresentarono il santo sugli scudi e coniarono monete in suo onore. La Rivista Italiana di Numismatica (1916, vol. XXIX) riporta le monete che Sicone, nobile longobardo friulano devoto a San Michele, fece coniare quando ottenne il feudo di Acerenza nell’817 d.C.. Il culto di San Michele è documentato per la prima volta nella metà del XIII secolo, quando il sito apparteneva ai Cavalieri Ospedalieri di Gerusalemme. La chiesa si trovava lungo un antico asse viario verso i porti pugliesi, evidenziandone l’importanza religiosa e logistica. Nella tradizione locale, la grotta è stata sede di antichi riti, come l’incubatio, in cui i fedeli speravano in visioni dell’Arcangelo per guarigioni.
Oggi, la chiesa è un importante luogo di devozione, celebrando ogni anno, l’8 maggio, la festa dell’apparizione di San Michele, durante la quale la comunità organizza picnic all’aperto, perpetuando antiche tradizioni. La connessione tra il culto micaelico e le divinità protettrici del Pantheon pagano suggerisce radici più antiche legate alla protezione contro malattie e calamità naturali, riscontrabili in molti santuari dedicati all’Arcangelo, situati in ambienti rupestri o accanto a sorgenti d’acqua.